martes, 5 de abril de 2011

Noticias del LHC

Sobre el experimento CMS, la página oficial con texto de divulgación y publicación científica (The Compact Muon Solenoidan Experiment for the Large Hadron Collider at CERN)
El experimento ALICE (A Large Ion Collider Experiment at CERN LHC)
El experimento ATLAS (A large Toroidal LHC ApparatuS)
El experimento LHCb (Large Hadron Collider beauty experiment)
El experimento TOTEM (Total Cross Section, Elastic Scattering and Diffraction Dissociation at the LHC)
El experimento LHCf (Large Hadron Collider forward)

La página oficial en donde se encuentran todas estas ligas:

domingo, 20 de marzo de 2011

Recuperar datos de disco duro danado

http://www.forat.info/2007/11/22/como-recuperar-ficheros-de-un-disco-duro-averiado-en-ubuntu-o-debian/

Si se te a roto tu disco duro o te has cargado una partición por un error puede ser que te interese este articulo. De lo que vamos a tratar es de recuperar el máximo de archivos de una partición dañada usando alguna utilidad del genero ( Forensics ).
Para que puedas recuperar datos hay 2 requisitos que nuestro disco duro roto debe cumplir … y otro extra que debes saber.
1 - El disco duro debe dar señales de que está vivo como por ejemplo el sonido de el movimiento interno del disco al arrancar el PC.
2 – El disco duro debe ser detectado durante el arranque de el PC.
3 – Ni esta ni ninguna técnica de recuperación de datos es 100% efectiva ya que hay daños o errores que no se pueden recuperar de ningún modo existente.

Para comenzar el juego tenemos que conectar al PC el disco duro averiado como secundario o esclavo al que ya tiene nuestro PC con el sistema instalado.
Una vez lo tengamos correctamente configurado arrancamos nuestro PC y vamos a instalar el paquete ( TestDisk ) con el que viene una utilidad que vamos a utilizar para recuperar los ficheros perdidos.
Abrimos una ( Terminal ) e instalamos el paquete …
sudo aptitude install testdisk
Una de las utilidades que nos instala ( TestDisk ) para la recuperación de datos se llama ( Photorec ) con la que podemos recuperar ficheros en particiones de varios formatos, aquí tenemos una lista de formatos soportados ….

* DOS/Windows FAT12, FAT16 and FAT32
* NTFS ( Windows NT/2K/XP )
* Linux Ext2 and Ext3
* BeFS ( BeOS )
* BSD disklabel ( FreeBSD/OpenBSD/NetBSD )
* CramFS (Compressed File System)
* HFS and HFS+, Hierarchical File System
* JFS, IBM’s Journaled File System
* Linux Raid
* Linux Swap (versions 1 and 2)
* LVM and LVM2, Linux Logical Volume Manager
* Netware NSS
* ReiserFS 3.5 and 3.6
* Sun Solaris i386 disklabel
* UFS and UFS2 (Sun/BSD/…)
* XFS, SGI’s Journaled File System

( Photorec ) no nos recuperará todos los archivos de la partición ya que muchos pueden ser irrecuperables o ilegibles. Sin embargo reconoce muchas de las extensiones mas conocidas como por ejemplo …

* Sun/NeXT audio data (.au)
* RIFF audio/video (.avi/.wav)
* BMP bitmap (.bmp)
* bzip2 compressed data (.bz2)
* Source code written in C (.c)
* Canon Raw picture (.crw)
* Canon catalog (.ctg)
* FAT subdirectory
* Microsoft Office Document (.doc)
* Nikon dsc (.dsc)
* HTML page (.html)
* JPEG picture (.jpg)
* MOV video (.mov)
* MP3 audio (MPEG ADTS, layer III, v1) (.mp3)
* Moving Picture Experts Group video (.mpg)
* Minolta Raw picture (.mrw)
* Olympus Raw Format picture (.orf)
* Portable Document Format (.pdf)
* Perl script (.pl)
* Portable Network Graphics (.png)
* Raw Fujifilm picture (.raf)
* Contax picture (.raw)
* Rollei picture (.rdc)
* Rich Text Format (.rtf)
* Shell script (.sh)
* Tar archive (.tar )
* Tag Image File Format (.tiff)
* Microsoft ASF (.wma)
* Sigma/Foveon X3 raw picture (.x3f)
* zip archive (.zip)

Vamos a jugar un rato con el programa abriendo una ( Terminal ) e insertando …

sudo photorec
Una vez lo ejecutemos veremos algo así …
Como podéis ver en la imagen yo solo tengo un disco duro instalado en esta maquina de 20 Gb. En vuestro caso debéis tener mas unidades ya que se supone que el disco duro que está cascado lo habéis instalado como unidad secundaria.
Hacemos la selección de el disco que queramos recuperar los datos y seguimos con ( Proceed ) …
En esta pantalla podemos elegir entre varias arquitecturas. En mi caso uso un PC con procesador AMD y he elegido la opción ( INTEL ) …
Ahora tenemos que seleccionar una partición o el disco completo y seguidamente ( SEARCH ) …
Seguidamente seleccionamos ( EXT2/EXT3 ) si es una partición en Linux o ( OTHER ) si es una partición de Windows por lo general …
Ahora hemos de indicarle el directorio donde queremos que se graven todos los ficheros que recuperemos ( en mi caso /home/forat ) y finalizamos pulsando la tecla ( Y ) para iniciar la recuperación …
Como podemos ver en la imagen se están recuperando muchos archivos en varios formatos que se guardaran en /home/forat/recup_dir.1 recup_dir.2 recup_dir.3 y así sucesivamente recuperaremos muchos tipos de ficheros entre ellos los ( jpg, gif, bmp , png ) las imágenes son una de las cosas que mas nos fastidia perder a la hora de que un disco duro muera.

jueves, 10 de febrero de 2011

Workshop and everything else on physics and geometry 2011



  1. Geometry, Integrability and Quantization
  2. 87e rencontre entre physiciens théoriciens et mathématiciens : Géométrie de Lorentz en mathématiques et en physique
  3. XXX Workshop on Geometric Methods in Physics
  4. International Conference on Topology and its Applications (ICTA)
  5. 10th International Conference on Geometry and Applications
  6. Conference on GEOMETRIC STRUCTURES IN MATHEMATICAL PHYSICS
  7. Strings 2011 in Uppsala, Sweden
  8. XXIII Workshop
  9. Beyond the Standard Model
  10. March 14 - 17, 2011
  11. Quantum Theory and Symmetries (QTS-7)
  12. 6th Aegean Summer School


Listas dada en:
Vane Arias

Candidatos para el posdoc

CUGLIANDOLO Leticia

http://www.lpthe.jussieu.fr/spip/spip.php?page=member8

Jose M. F. Labastida
Departamento de Física de Partículas
Universidade de Santiago de Compostela
E-15706 Santiago de Compostela, SPAIN
E-mail: labasti@fpaxp1.usc.es

Para comer en casa

http://www.elchef.com.mx/portal/index.php

martes, 8 de febrero de 2011

Due lezioni all'Accademia fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'inferno di Dante

◄   I [[|]]   ►

Aviamo nella passata lezione, per quanto dalle nostre forze ci è stato conceduto, dichiarata la opinione del Manetti circa ’l sito e figura dell’Inferno di Dante: oggi è la nostra intenzione esplicar prima la mente di Alessandro Vellutello circa la medesima materia, poi addurre quelle ragioni che ci persuadano, quella a questa esser da preporsi. E per più brevemente e facilmente conseguire l’intendimento nostro quanto a la prima parte, giudichiamo commodo ordine essere il veder prima in quali cose l’una opinione con l’altra convenga, di poi in quali da la medesima sia differente.
Concorda il Vellutello co ’l Manetti, prima, quanto al sito di esso Inferno, ponendolo ciascheduno sotto tal parte dell’aggregato, che per colmo ha Ierusalem; talmente che se dal centro universale a Ierusalem si tiri una linea retta, sarebbe l’Inferno ugualmente da tutte le parti circa detta linea distribuito.
Non è differente ancora l’uno dall’altro nel numero ed ordine de i gradi, come né nella divisione di essi in varii cerchi e gironi, nel modo che l’altr’ieri dichiarammo.
E finalmente sono concordi nelle grandezze di Malebolge: ed in tutto questo convengono, perché così essere dal Poeta stesso apertamente si cava.
Sono poi differenti, prima, quanto all’universal grandezza di tutto l’Inferno;
Secondo (che dal primo necessariamente ne conséguita), nelle grandezze e distanze de i gradi particolari, eccetto però, come si è detto, nelle larghezze di Malebolge;
Terzo, sono discordi nelle grandezze de i giganti e di Lucifero;
Quarto, nella figura delle giacce;
Quinto, nella grandezza e sito del nobile castello che dal Poeta è figurato nel Limbo;
Sesto, sono differenti nell’assegnare il cammino che tennero Dante e Virgilio nel descendere al centro, stimando il Manetti che, girando per i gradi, procedessero talmente che la sinistra fosse verso il mezzo, il cui contrario ha creduto il Vellutello;
Settimo, disconvengono nell’assegnare il numero de i ponti di Malebolge.
Differentissimi dunque sono, prima, circa la universal grandezza di tutto l’Inferno, atteso che il Vellutello lo ponga meno che la millesima parte di quello che lo pone il Manetti: però che, volendo il Vellutello che la profondità del suo Inferno non sia più che la decima parte del semidiametro della terra, se tale Inferno fosse una intera sfera, sarebbe una delle mille parti di tutto l’aggregato, come da gli Elementi d’Euclide facilmente si cava; ma di tale sfera l’Inferno del Vellutello è meno che una delle 14 parti, come l’Inferno del Manetti di tutto l’aggregato; adunque seguita che, come si è detto, il Vellutello figuri l’Inferno suo non maggiore che una delle mille parti di quello che dal Manetti è figurato.
Ma come raccolga il Vellutello, la profondità del suo Inferno esser la decima parte del semidiametro dell’aggregato, possiam comprendere recandoci innanzi il componimento di tal sua fabbrica.
E prima, doviamo intendere un pozzo, quale sì nella sommità come nella profondità abbia di diametro un miglio, e tanta ancora sia la sua altezza, nel cui fondo sia, a guisa di una grandissima macina (e siami lecito pigliar tale essempio), il giaccio grosso braccia 750; e sia questa giaccia distinta in 4 cerchi, che l’uno circondi l’altro, e nel mezzo del minore sia un pozzetto, come ancora nelle macine si vede, profondo quanto è la grossezza del giaccio, ciò è braccia 750, nel mezzo della cui profondità viene ad essere il centro del mondo, ed in questo pozzetto stia Lucifero; e l’altro e maggior pozzo, poco fa figurato, sia quello intorno alla cui sboccatura da mezza la persona escan fuori i giganti, e del quale intende il Poeta quando dice:

Però che come in su la cerchia tonda
Montereggion di torri si corona,
Così la proda, che ’l pozzo circonda,
Torreggiavan di mezza la persona
Gli orribili giganti, cui minaccia
Giove dal ciclo ancora, quando tona.
Sarà dunque la sboccatura del pozzo de i giganti lontana dal centro universale un miglio 1/4, ciò è un miglio, come si è detto, per la sua profondità, e braccia 750, che sono 1/4 di miglio, per la grossezza del giaccio e profondità del pozzetto in cui è posto Lucifero. Intorno alla sboccatura del pozzo de i giganti pone il Vellutello la valle di Malebolge, con le medesime misure assegnateli ancora dal Manetti; talmente che la maggiore ha di semidiametro miglia 17 1/2. Ma perché questa valle di Malebolge pende verso il mezzo, come da quei versi di Dante è manifesto:

Ma perché Malebolge inver la porta
Del bassissimo pozzo tutta pende,
Lo sito di ciascuna valle porta
Che l’una costa surge e l’altra scende;
gli dà il Vellutello miglia 14 di pendio, onde la prima bolgia viene ad essere più lontana dal centro che l’altra miglia 14.
Intorno alla più alta bolgia surge con egual semidiametro, ciò è con miglia 17 1/2, un altro grandissimo pozzo, chiamato dal Poeta burrato, la cui altezza è posta dal Vellutello dieci volte maggiore che ’l pendio di Malebolge, ciò è miglia 140; né la sommità è da esso figurata più larga che ’l fondo.
Intorno alla sommità e sboccatura di questo burrato pone volgersi 3 gironi de i violenti, a ciascheduno de i quali dà miglia 5 5/6 di larghezza, tal che tutto il cerchio ha di traversa miglia 17 1/2: e perché tanto è ancora il semidiametro del burrato, sarà tutto il semidiametro del cerchio de i violenti miglia 35, e l’intero diametro miglia 70.
Seguitano poi sopra ’l grado de i violenti 6 altri gradi, il primo de i quali contiene la città di Dite, i fossi attorno ad essa, e la palude Stige, ed è lontano da esso grado de i violenti miglia 70, quanto a punto è figurato il diametro del maggior girone; e la salita da essi violenti al superior cerchio è tale, che tanto ha di diametro nel fondo, quanto nella sommità, salvo che in alcuni luoghi finge il Poeta, per certo accidente, esser tal ripa rovinata, per una delle quali rovine si descende. A questo grado, che immediatamente è sopra i violenti, dà il Vellutello miglia 18 di traversa, delle quali 1/2 ne assegna per il traverso della città, 1/2 per la larghezza de i fossi attorno ad essa, e le rimanenti miglia 17 vuole che siano la larghezza della palude Stige, che i detti fossi circonda; tal che il maggior diametro sarà miglia 106.
Surge poi intorno a la palude una ripa, ma non va salendo come le altre salite de i pozzi che sin qui aviamo aute, ma sale (per usar la sua propria voce) a scarpa, sì che dove nel suo più basso luogo, ciò è al piano della palude, avea di diametro miglia 106, nella sua superiore sboccatura ne ha 140; ed è la salita di questa spiaggia a scarpa tanto repente, che salendo di linea perpendicolare miglia 14, si allarga miglia 17: e simil modo di salire si osserva in tutti gli altri gradi superiori.
Sopra l’estremità di questa salita si aggira un piano, che di traversa ha 1/2 miglio; e questo è il cerchio de i prodigi e de gli avari, il cui diametro viene ad esser miglia 141, ciò è 140, come si è detto, per la sboccatura della ripa per la quale ad esso si sale, ed 1 per le due larghezze di 1/2 miglio l’una, che ad esso si sono assegnate.
Da questo cerchio si passa a quello de i golosi per una così fatta salita a scarpa, la quale, ascendendo miglia 14 di perpendicolo, si allarga miglia 17, sì che dove tal ripa nel suo basso era di diametro 141, sarà nella sua estrema sboccatura miglia 175; intorno a la quale esso cerchio de i golosi si distende con una larghezza di mezzo miglio, tal che il suo maggior diametro viene ad esser miglia 176.
Da questo cerchio con simil salita si perviene a quello de i lussuriosi, che pure ha di traversa 1/2 miglio; e da questo con altra simil salita si ascende al primo cerchio, che è il Limbo, la cui traversa pone il Vellutello, come delli altri cerchi, 1/2 miglio, del quale 1/4 ne assegna alla larghezza per traverso del nobile castello, che s’immagina esser posto intorno a la sboccatura, e l’altro 1/4 lo dà per larghezza d’un verdeggiante prato che ’l castello circondi. Intorno all’estremità del prato fa surgere una ripa, che nella maniera delle altre ascendendo a scarpa, si alza a perpendicolo 14 miglia, allargandosi, più che nel fondo non è, miglia 17; tal che il diametro di questa sboccatura viene ad esser miglia 280, come, facendone il conto, facilmente si raccoglie. E tanta ancora trova il Vellutello essere la profondità dell’Inferno, misurando dalla sboccatura del Limbo a perpendicolo sino a Malebolge: atteso che ei ponga la profondità del burrato esser miglia 140, la distanza da i violenti alla città di Dite 70, che fanno miglia 210, alle quali aggiungendo cinque salite per le distanze de i cerchi rimanenti, di 14 miglia l’una, fanno a punto la somma di miglia 280. Finge poi, l’orlo ed estremità del Limbo esser da una pianura circondata, la cui larghezza per traverso sia miglia 17 1/2, delle quali la metà ne assegna al fiume Acheronte, l’altra metà alla grotta de gli sciagurati.
Questa è brevemente l’esplicazione dell’opinione del Vellutello, la quale ancora dal profilo del suo disegno forse meglio si comprenderà; e questa è l’invenzione che tanto è piaciuta ad esso Vellutello, che l’ha fatto ridersi del Manetti ed insieme di tutta l’Accademia Fiorentina, affermando, l’Inferno di esso Manetti esser più tosto una fantasia ed un trovato suo e degli altri Accademici, che cosa che punto sia conforme all’intendimento di Dante: il che quanto sia vero, è ormai tempo che cominciamo a considerare.
E prima, se considereremo l’uno e l’altro disegno senza aver riguardo a luogo alcuno di Dante o ad alcuna ragione che ci persuada più questo che quello aver del verisimile ed esser credibile che così sia stato figurato dal Poeta, ma solamente contempleremo la disposizione del tutto e de le parti, ed in somma, per così dirla, l’architettura dell’uno e dell’altro, vedremo, al parer mio, quanto al tutto, aver più disegno assai quel del Manetti, ed esser composto di parti tra di loro più simili. Parimente ancora par cosa incredibile, l’Inferno dovere esser così piccolo, che non sia quanto una delle trentamila parti della terra, come noi, facendone diligente calcolo, troviamo dovere essere, se si ha da credere l’opinione del Vellutello: e con tutto che lo figuri così piccolo, di esso nulla dimeno piccolissima parte ne assegna per luogo dove siano castigati i peccatori, dando a i 4 primi cerchi solamente 1/2 miglio di larghezza per ciascuno.
Ma lasciamo stare l’architettura, e veggiamo se tal fabbrica può reggersi, che, al parer mio, troveremo non potere; perché, ponendo esso che il burrato si alzi su con le sponde equidistanti tra di loro, si troveranno le parti superiori prive di sostegno che le regga, il che essendo, indubitatamente rovineranno: perciò che essendo che le cose gravi, cadendo, vanno per una linea che dirittamente al centro le conduce, se in essa linea non trovano chi le impedisca e sostenga, rovinano e caggiono; ma se, per essempio, noi tiriamo dalla città di Dite linee sino al centro, queste non troveranno impedimento alcuno, onde essa città, avendo la scesa libera e non impedita, trovandosi sotto priva di chi la regga, indubitatamente rovinerà; ed il simile farà ancora il grado de i violenti, sendo fondato sopra mura i cui perpendicoli da quelli che vanno dirittamente al centro si discostano; e rovinando questi, rovineranno ancora tutti gli altri gradi superiori, che sopra questi si appoggiano.
Ma ci è ancora un altro inconveniente: che non solamente è impossibile, se vogliamo sfuggir la rovina di tutto l’Inferno, che le parti superiori manchino di sostegno, ma è ancora ciò contro l’istesso Poeta, il quale, conoscendo quanto fosse necessario, per reggimento di sì gran fabrica, che le superior parti fossero dalle inferiori sostentate, scrisse, essendo nel fondo del burrato al pozzo de i giganti:

S’io avessi le rime ed aspre e chiocce,
Come si converrebbe al triste buco
Sopra ’l qual puntan tutte l’altre rocce.
Se dunque sopra questa buca puntano e si sostengono le altre rocce, è necessario che le mura che le deono sostenere non siano fuori del perpendicolo che tende al centro. Questo inconveniente non è nell’architettura del Manetti, atteso che ponga tutte le ripe e le mura diritte verso ’l centro, come nel disegno si vede.
Quanto poi a i cerchi superiori, dico de i gradi sopra la città, potrebbe alcuno nell’architettura del Vellutello trovarvi qualche commodità, e cosa che di prima vista ci paresse esser verisimile; e questo è il porre le scese da l’uno all’altro non a perpendicolo, come fa il Manetti, ma a scarpa e come le chine de i monti, secondo che le figura il Vellutello, e per le quali scender si possa dell’uno nell’altro grado, massime che il Manetti del modo che tenessero per descendere non ne fa menzione.
Ma voglio che questa istessa ragione sia per confutazione di esso Vellutello. Perciò che, se le scese dall’un grado all’altro sono, come esso dice, a guisa de le chine de i monti, per consequenza da qual si voglia parte si potrà da l’uno nell’altro grado descendere; ma noi troviamo, ciò esser contrario a quel che vuol Dante, ponendo che le scese fossero solamente in alcuni luoghi particolari ed in un luogo solo per cerchio, come nel fine del 6° si vede, dove dice:

Noi aggirammo a torno quella strada,
Parlando più assai ch’io non ridico;
Venimmo al punto dove si digrada:
Quivi trovammo Pluto, il gran nimico;
e nel principio del 7°, dove Virgilio di Satan dice a Dante:

............................ Non ti noccia
La tua paura, ché, poter che gli abbia,
Non ti torrà lo scender questa roccia.
Adunque, se le scese sono in alcuni luoghi particolari, a guardia delle quali pone ancora Dante a ciascuna un demonio, da gli altri luoghi di necessità non si potrà scendere; e questo allora sarà quando le scese saranno a perpendicolo, come vuole il Manetti, e non come le chine de i monti, secondo il parere del Vellutello. E questo credo io ancora esser così, acciò che i dannati dei gradi più bassi, dove sono maggiori tormenti, come ci insegnò ’l Poeta nel principio del 5° canto:

Così discesi del cerchio primaio
Giù nel secondo, che men luogo cinghia,
E tanto più dolor, che punge a guaio;
acciò che, dico, essi dannati inferiori non possino scappare e fuggirsi a i gradi più alti, in minor tormenti: e questo par che abbia voluto intender Dante ponendo a ciascun luogo, dove dall’un grado all’altro si sale, a guardia un demonio.
Non può dunque essere, considerato quanto al tutto, l’Inferno di Dante di tale architettura, né di sì piccola grandezza, come dal Vellutello è stato finto; il che, oltre alle ragioni addotte, proviamo ancora per l’istesso Dante, dico quanto alla grandezza. Che se l’Inferno non è più profondo che la decima parte del semidiametro della terra, come esso vuole, avendo Virgilio condotto Dante al primo cerchio, a che proposito gli dice, sollecitandolo ad affrettare il passo:

Andiam, che la via lunga ne sospinge.
Così si mise e così mi fé entrare
Nel primo cerchio che l’abisso cinge.
Se dunque Virgilio chiama la via, che aveano a fare, lunga, non può intendere che la sia lunga se non rispetto a quella che pur allora aveano camminata; il che se è così, non sarà il viaggio fatto 9 volte maggiore di quello che a fare aveano, e per consequenza l’Inferno, per il quale aveano a calare al centro, non sarà così piccolo come vuole il Vellutello.
Qui ci potrebbe essere opposto che né l’Inferno si deve credere esser così grande come il Manetti lo pone; essendo che, sì come alcuni hanno sospettato, non par possibile che la volta che l’Inferno ricuopre, rimanendo sì sottile quant’è di necessità se l’Inferno tanto si alza, si possa reggere, e non precipiti e profondi in esso Inferno; e massime, oltre al rimanere non più grossa dell’ottava parte del semidiametro, che sono miglia 405 incirca, essendovi ancora da levarne per lo spazio della grotta degli sciagurati, ed essendoci molte gran profondità di mari.
Al che facilmente si risponde, che tal grossezza è suffizientissima: perciò che, presa una volta piccola, fabricata con quella ragione, se arà di arco 30 braccia, gli rimarranno per la grossezza braccia 4 in circa, la quale non solo è bastante, ma quando a 30 braccia di arco se gli desse un sol braccio, e forse 1/2, non che 4, basteria a sostenersi; onde, sapendo noi che pochissime miglia, anzi che meno di un sol miglio, si profondano i mari, se creder doviamo a i più periti marinari, e potendo assegnare quante miglia ci pare per la grotta de gli sciagurati, non essendogli data dal Poeta determinata misura, quando ancora ponessimo tra questa e la profondità de i mari importare 100 miglia, nulla di meno rimarrà detta volta grossissima, e più assai che non è necessario per sostenersi.
Parmi che queste ragioni possino persuaderci, quanto all’universale descrizione aver assai più del verisimile l’Inferno del Manetti che quello del Vellutello, ed il medesimo troveremo ancora esaminando distintamente le sue parti, e prima il castello posto nel Limbo: del quale difficil cosa mi pare potersi immaginare come, girando, secondo che vuole esso Vellutello, miglia 770, ed essendo circondato da 7 ordini di alte mura, occupi in tutto per larghezza 1/4 di miglio; ché, non che altro, il fabricare sopra un giro, che non sia più largo che 1/4 di miglio, 7 circuiti di mura, le quali pur devriano esser grossissime, dovendo, come si è detto, esser di circuito 770 miglia, mi pare un trattar dell’impossibile, o al meno di cosa sproporzionatissima, e molto più dovendoci ancor restare lo spazio per li abitanti. Ci è in oltre un’altra sconvenienza: che ponendo il castello così grande, pone poi la città così piccola che a pena ha la quarta parte di circuito. Per le quali ragioni chi non crederà, il castello dovere esser piccolo, come dal Manetti è figurato, e non altramente girare intorno all’estremità del Limbo, ma nella traversa di esso Limbo esser situato ?
Di 4 altre differenze che tra ’l Manetti e ’l Vellutello nascono, non trovo in Dante luoghi che costringhin, più a questa che a quella opinione esser da credersi; ma sono bene ragioni assai probabili in favor del Manetti.
E prima, de i dieci ordini di ponti con i quali il Vellutello attraversa Malebolge, non è in Dante luogo onde tal numero cavar si possa; ché se bene né anche afferma il Poeta che un solo fosse, nulla dimeno, bastando un ordine solo, non so a che proposito multiplicarli senza necessità. In oltre, se 10 ordini fossero, troppo gran maraviglia sarebbe come tutt’a 10 si fossero accordati a rovinar sopra la sesta bolgia, massime essendo, come afferma il Poeta, seguita tal rovina a caso, per certo accidente.
Che Lucifero poi fosse alto 3000 braccia, e non 2000, come vuole il Manetti, non traendo questa nuova opinione del Vellutello origine da altro che dal voler misurare la Pina prima che fosse rotta e dal voler por i giganti alti 9 teste, non ci par da credere così di leggiero; anzi è cosa credibile che Dante, se pur la misurò, misurasse la Pina come a suo tempo era, e che ei credesse i giganti essere di commune e non di rara sveltezza, quale sarebbe a fargli alti 9 teste.
Parimente, che le diacce fossero come macine, e non come sfere, non è né ragione né autorità che a creder ci persuada; anzi, essendo dal Poeta stesso chiamate sfere, come nell’ultimo canto:

Tu hai i piedi in su picciola sfera,
Che l’altra faccia fa della Giudecca,
non è privo di temerità il voler dire che avesser forma di macine, quasi che a un ingegno qual era quel di Dante fossero mancate parole da esprimere il suo concetto.
Restaci da vedere finalmente del cammino auto per i cerchi, ciò è se fu su la destra, come afferma il Vellutello, o pur su la sinistra mano, come vuole il Manetti: nel che doviamo pur credere ad esso Manetti, avendo in suo favore molte autorità del Poeta, che ci dichiarano che camminando teneva la sinistra verso il mezzo e vano de i cerchi, ed essendosi il Vellutello mosso a creder il contrario solamente per alcuni versi del Poeta, i quali ancora, e meglio, si possono esporre in favor del Manetti; e son questi nel 14°:

Ed egli a me: Tu sai che ’l luogo è tondo,
E tutto che tu sia venuto molto
Pur a sinistra giù calando al fondo...
De i quali versi se congiugneremo quelle parole Pur a sinistra con le superiori, dicendo E tutto che tu sia venuto molto pur a sinistra, facendo la posa a mezzo l’ultimo verso, faranno per l’opinione del Vellutello; ma se faremo la posa nel fine del secondo verso, congiungendo le parole Pur a sinistra con le sequenti, in questo modo Pur a sinistra giù calando al fondo, favoriranno l’opinione del Manetti. Ora, in una esposizione incerta, chi non stimerà esser meglio fare la posa nel fine, che nel mezzo del verso? Ma lasciando i luoghi dubbiosi, veggiamo i chiari e manifesti, che alla mente del Manetti si accostano.
Scrive Dante nel fine del 9° canto, di poi che furono entrati dentro la città:

E poi ch’a la man destra si fu volto,
Passammo tra i martiri e tra gli spaldi;
e nel fine del 10°:

Appresso volse a man sinistra il piede:
Lasciammo il muro e gimmo in ver lo mezzo.
I quali luoghi essendo tanto chiari come veramente sono, costrinsero il Vellutello a dire che, se ben dentro a la città andarono su la destra, non di meno ne gli altri cerchi camminarono su la sinistra; il che par cosa molto leggiera.
Ma perché o procedessero su la destra o su la sinistra, non molto importa al principale intendimento nostro, che è stato di dichiarare il sito e figura dell’Inferno di Dante, ed insieme difendere l’ingegnoso Manetti dalle false calunnie ingiustamente sopra tal materia ricevute, e massime perché non lui solo ma tutta la dottissima Academia Fiorentina pungevano, alla quale per molte cagioni obligatissimo mi sento; avendo, per quanto la bassezza del mio ingegno mi concedeva, dimostrato quanto più sottile sia l’invenzione del Manetti, porrò fine al mio ragionamento.

- Fine -
Fuente: http://it.wikisource.org/wiki/Due_lezioni_all%27Accademia_fiorentina_circa_la_figura,_sito_e_grandezza_dell%27inferno_di_Dante/II
Checar también el documento: http://cabierta.uchile.cl/revista/26/articulos/pdf/paper4.pdf
www.disp.let.uniroma1.it/fileservices/filesDISP/179-190_FOÀ.pdf

domingo, 14 de noviembre de 2010

crear usb gos

http://www.pendrivelinux.com/create-a-portable-gos-3-flash-drive/

Download the gOS 3 Gadgets ISO and burn to a CD
Reboot your PC from the gOS 3 Gadgets Live CD
Insert your USB flash drive
Open a terminal and type sudo su
Type apt-get update
Type apt-get install syslinux mtools
Now type fdisk -l to list available drives/partitions (note which device is your flash drive Example: /dev/sdb). Throughout this tutorial, replace all instances of x with your flash drive letter. For example, if your flash drive is sdb, replace x with b.
Type fdisk /dev/sdx
type p to show the existing partition and d to delete it
type p again to show any remaining partitions (if partitions exist, repeat the previous step)
type n to make a new partition
type p for primary partition
type 1 to make this the first partition
hit enter to use the default 1st cylinder
type +750M to set the partition size
type a to make this partition active
type 1 to select partition 1
type t to change the partition filesystem
type 6 to select the fat16 file system
type n to make another new partition
type p for primary partition
type 2 to make this the second partition
hit enter to use the default cylinder
hit enter again to use the default last cylinder
type w to write the new partition table
Remove and reinsert your flash drive
Type mkfs.vfat -F 32 -n gOS /dev/sdx1 to format the first partition
Type mkfs.ext2 -b 4096 -L casper-rw /dev/sdx2 to format the second partition
Type syslinux -sf /dev/sdx1
Remove and reinsert your flash drive again
Type cd /cdrom
Type cp -rfv casper dists install pics pool preseed .disk isolinux/* md5sum.txt README casper/vmlinuz /media/gOS
Type cd /media/gOS
Type wget pendrivelinux.com/downloads/gos3/syslinux.cfg
Type cd casper
Type rm initrd.gz
Type wget pendrivelinux.com/downloads/gos3/initrd.gz
Reboot your computer and set your BIOS boot priority or Boot Menu to boot from the USB device. Save your changes and proceed to boot from your gOS USB device.
If all goes well, you should be booting into your portable gOS and be able to save and restore your changes on each boot.

miércoles, 10 de noviembre de 2010

Quitar el problema de tecla Alt Gr en mathematica 7 linux

Hello!

I found out a solution for the Alt-Gr issue.

Open /usr/local/Wolfram/Mathematica/7.0/SystemFiles/FrontEnd/
TextResources/X/KeyEventTranslations.tr file on your system.(eg.: sudo
nano ..., paths may vary).

Then somewhere under "EventTranslations[{" type some newlines, then
paste this literally:

Item[KeyEvent["ISO_Level3_Shift"],
FrontEndExecute[{FrontEnd`NotebookWrite[FrontEnd`InputNotebook[],
Sequence[], After]}]
],

This code translates the Alt-Gr key(ISO_Level3_Shift) to produce
something in the notebook, which is in this case nothing, becase
Sequence[] evaluates to nothing, albeit its syntactically correct.

Restart mathematica, and enjoy its once again slow interface under
Linux :(

i used version Mathematica 7.0.0, kernel 2.6.27, 64bit, Arch Linux, X.org
v11.0.

by the way: you can define shortcuts in this file easily.

https://groups.google.com/group/comp.soft-sys.math.mathematica/browse_thread/thread/af3220b6fa4ffc33?hl=bn

martes, 2 de noviembre de 2010

Chismes del LHC

+ Arrestan a físico del LHC (Gran Colisionador de Hadrones) bajo cargos de terrorismo

Posted by MCL | Ciencia | Sábado 10 octubre 2009 21:20

2293062616 00efa0186c Arrestan a físico del LHC (Gran Colisionador de Hadrones) bajo cargos de terrorismo

Con 32 años de edad, el físico nuclear, parte del proyecto Gran Colisionador de Hadrones, fue detenido en la frontera franco-suiza por la policía francesa por su presunta implicación con la red terrorista Al-Qaeda.

El arresto se hizo después de la policía antiterrorista había seguido sus movimientos por más de un año, junto con el científico de origen argelino, fue detenido su hermano, quien no estaba trabajando en el colisionador.

Al parecer el científico no estaba pensando en atacar el Colisionador de Hadrones, sino que su tarea era ayudar a los terroristas a seleccionar objetivos para ataques nucleares

El Ministerio francés del Interior dijo, tras la confiscación de las computadoras, tres discos duros, y varias memorias USB, que creía que la amenaza era grave.

CERN aseguró que el sospechoso no estaba trabajando en cualquiera de los elementos principales del LHC, ni tenía acceso al túnel en el que el Big Bang se llevará a cabo.

Fuente.



Leer más: http://www.techmez.com/2009/10/10/arrestan-a-fisico-del-lhc-gran-colisionador-de-hadrones-bajo-cargos-de-terrorismo/#ixzz14CEsqQHL

+ Un pedazo de pan tirado por un pájaro apaga el Gran Colisionador de Hadrones

Posted by MCL | Ciencia | Domingo 8 noviembre 2009 17:28

pan lhc Un pedazo de pan tirado por un pájaro apaga el Gran Colisionador de Hadrones

El Gran Colisionador de Hadrones, el acelerador de partículas más potente del mundo, simplemente no puede estar en paz. En primer lugar, una fuga de refrigerante destruyó algunos de los imanes que guían el haz de energía. Luego, los funcionarios del LHC aplazaron el reinicio de la máquina para añadir características adicionales de seguridad. Ahora, un ave dejó caer un pedazo de pan en una sección del acelerador, lo cual cerró toda la operación.

El ave arrojó un poco de pan en una sección de máquinas al aire libre, llevando eventualmente a importantes sobrecalentamiento en algunas partes del acelerador. El LHC no estaba en funcionamiento en el momento del incidente, pero tal aumento de calor que puso en riesgo toda la maquinaria.

Este incidente no retrasará la reactivación de la instalación a finales de este mes, pero expone otra vulnerabilidad de la que podría ser la máquina más compleja jamás construida. Con este extraño accidente ocurrido en el CERN, la idea del viaje en el tiempo de partículas que regresan desde el futuro para evitar su propio descubrimiento está empezando a parecer cada vez menos descabellada.

Fuente.



Leer más: http://www.techmez.com/2009/11/08/un-pedazo-de-pan-tirado-por-un-pajaro-apaga-el-gran-colisionador-de-hadrones/#ixzz14CFBeP7e

+ Una estudiante encuentra un error en el algoritmo del LHC

Posted by MCL | Ciencia | Jueves 26 marzo 2009 21:23

xiaohang Una estudiante encuentra un error en el algoritmo del LHC

Xiaohang Quan de la Universidad de Princeton encontró un error de cálculo en el hardware del acelerador de partículas más grande del mundo, partícularmente en el Solenoide Compacto de Muones (CMS, Compact Muon Solenoid), uno de los cinco detectores del Gran Colisionador de Hadrones, cuyo propósito es descubrir el bosón de Higgs.

Xiaohang estaba trabajando en sus tesis cuando descubrió errores en el hardware utilizado para registrar y capturar a los acontecimientos en el LHC causados por un mal cálculo, los errores llevaban a aspectos de imágenes dobles debido a las corrientes de las partículas conocidas como jets.

Esto se dio a conocer hace dos semanas durante la reunión anual de la Organización Europea de Investigación Nuclear (CERN) en donde el asesor y veterano del LEP (antecesor del LHC) Christopher Tully presentó lo hallazgos de los errores detectados por la estudiante de Física mediante una videoconferencia.

Esta noticia podría ser algo normal si se tratara de un estudiante de postgrado, pero se trata de una estudiante apasionada de la física a punto de graduarse.

El LHC tiene programado reactivarse en septiembre del 2009, crucen sus dedos o hagan sus apuestas como Stephen Hawking quién apostó 100 dólares a que “la partícula de Dios” no existe.

Fuente.



Leer más: http://www.techmez.com/2009/03/26/una-estudiante-encuentra-un-error-en-el-algoritmo-del-lhc/#ixzz14CFj9lIh

+ Científicos del CERN amenazados de muerte debido al LHC

Posted by MCL | Ciencia | Lunes 8 septiembre 2008 8:13

lch124 Científicos del CERN amenazados de muerte debido al LHC

Faltando ya pocos días para que se ponga en marcha definitivamente el Gran Colisionador de Hadrones (LHC), varios investigadores pertenecientes al proyecto están recibiendo mensajes, correos electrónicos, faxes y demás amenazándolos con matarlos sino detienen el experimento. Frank Wilczek, profesor del MIT y premio Nobel de física, se encuentra en la lista de científicos amenazados de muerte.

Por si aun no has oído del LHC, cosa que dudo, el objetivo del proyecto es “”buscar nuevas partículas incluyendo el largamente esperado bosón Higgs, responsable de hacer que las cosas pesen lo que pesan, y la posible fuente de gravedad denominada materia oscura”. Y algunas personas poco informadas creen que el mundo podría llegar a su fin, por la creación de un agujero negro, parece que están con miedo en serio.

Fuente.

+ El LHC tuvo un desperfecto eléctrico en su prueba preliminar

Posted by MCL | Ciencia | Viernes 19 septiembre 2008 17:22

lhc interior El LHC tuvo un desperfecto eléctrico en su prueba preliminar

En la última prueba preliminar del LHC, la que en su momento se informo que fue todo un éxito, parece que hubo algunos problemas que el CERN no informo en su momento. Se dio a conocer que mientras se realizaba la prueba de flujo de protones en sentido anti-horario uno de los transformadores del colisionador falló.

El dispositivo que fallo pesa 30 toneladas y es un eje fundamental del sistema de refrigeración del Gran Colisionador de Hadrones, al fallar hizo que la temperatura del equipo pase de 2 a 4,5 Kelvin, lo cual no es optimo para la realización del experimento.

Todos los freaks, religiosos fundamentalistas y demás que andan espantados con el LHC, que temen un agujero negro y fin del mundo, ahora están mas preocupados aun, ya que piensan que el CERN no es sincero al notificar los problemas con la maquina.

Fuente.



Leer más: http://www.techmez.com/2008/09/19/el-lhc-tuvo-un-desperfecto-electrico-en-su-prueba-preliminar/#ixzz14CGF50c6

+ Hackean los sistemas informáticos del CERN

Posted by MCL | Ciencia,Internet | Viernes 12 septiembre 2008 20:25

lhc hacked Hackean los sistemas informáticos del CERN

Había tanta gente con miedo y escandalizados por la puesta en funcionamiento del LHC, que era predecible que alguien intente algún ataque informático contra los responsables. Y asi fue, un grupo de hackers griegos ingreso en los sistemas del CERN, aunque no llegaron a controlar el sistema informático que controla el LHC.

El grupo auto-denominado “Greek Security Team”, dejo varios archivos en el sistema, destruyo otro propiedad del CERN. Además publicaron la página en la imagen superior en el sitio cmsmon.cern.ch, que aun sigue caído. Voceros del CERN dieron a conocer su tranquilidad y transmitieron que no hay riesgo alguno de que alguien tome el control del CERN.

Fuente.



Leer más: http://www.techmez.com/2008/09/12/hackean-los-sistemas-informaticos-del-cern/#ixzz14CGKxIa8

lunes, 4 de octubre de 2010

REPORTAJE: LA CONJETURA PERELMAN

El genio, el hombre, el enigma
RODRIGO FERNÁNDEZ 03/10/2010
Cabello despeinado, barba hirsuta, uñas largas, mirada reconcentrada, a veces perdida, ropa vieja. Quien se tope con este personaje en la calle -cosa difícil, porque casi no sale ya de su apartamento, salvo a comprar alimentos a la tienda más cercana- seguramente lo tomará por un simple vagabundo, un bombzh. A nadie se le pasaría por la mente que ese hombre desaliñado es un genio, el mayor matemático de los últimos tiempos, que encaja en el paradigma del científico chiflado. La gente considera que efectivamente ha perdido la razón, pero no por su dudosa higiene y aspecto, sino, ante todo, por haber rechazado el millón de dólares de recompensa que le otorgó el Instituto Clay de Matemáticas (Massachusetts, EE UU) por haber resuelto la conjetura de Poincaré -uno de los siete problemas del milenio-, y se negó a recibirlo a pesar de vivir con su madre en precarias condiciones.

"No contestaré a ninguna pregunta", dice a EL PAÍS muy tranquilo, con voz cristalina, casi de niño, sin el menor atisbo de alteración. Su voz transmite cortesía y el tono es más que amable. Pero esta calma desaparece cuando tratan de ofrecerle dinero, a él o a su madre, a la que arranca el teléfono de las manos, y entonces puede gritar y mostrarse grosero, incluso con gente que le ha ayudado en su carrera. Perelman recibe esas muestras de solidaridad o de preocupación como un insulto. Grisha Perelman -su nombre es Grigori, pero él siempre ha firmado con su diminutivo ruso-, que de niño fue entrenado para ganar y recibir premios, a partir de cierto momento los rechazó todos. ¿Qué hizo que empezara a negarse a aceptar distinciones, a los ojos de todo el mundo merecidas, y comenzara a cortar relaciones y a encerrarse en sí mismo?

Un aficionado al ajedrez probablemente asociaría el caso de Perelman con el de Bobby Fischer, y quizá no anduviera muy errado: muchos especialistas consideran que ambos genios desarrollaron el mismo mal, una especie de autismo conocido como el síndrome de Aspergen. Opinión con la que, por cierto, su primer maestro está en total desacuerdo.

Antes del millón de dólares, Grisha había rechazado un premio de la Sociedad Matemática Europea y luego hizo lo mismo con la medalla Fields, llamada frecuentemente el Nobel de las Matemáticas, que debería haber recibido en Madrid en 2006, durante el Congreso Internacional.

Al comienzo, nada indicaba que su carrera iba a llegar a las más altas cimas y que -después de que el destino hubiera permitido que triunfara en la ciencia a pesar de los numerosos escollos que un judío como él encontraba en su camino en la antisemita Unión Soviética- terminaría en tragedia -para el mundo científico, al menos-, en el abandono de las matemáticas y en el encierro en sí mismo. Encierro que es prácticamente total, pues Grisha ya no se comunica con nadie, a excepción de su madre; se niega a conceder entrevistas, no responde si a uno se le ocurre ir a verlo y tocar a la puerta de su apartamento, e incluso ha roto todos los vínculos con la mayoría de sus antiguos colegas y maestros.

Grisha se refugia del mundo en Kúpchino, un barrio en el sur de San Petersburgo donde el metro muere. Construido en los años sesenta del siglo pasado, Kúpchino es un típico suburbio dormitorio. La gente que vive cerca de la casa de Perelman -un edificio tipo de nueve plantas-, los que trabajan en las tiendas adonde suele ir, ahora le reconocen. Muchos cuando lo ven sacan sus móviles, con los que le hacen fotos; pero la mayoría se comporta como Grisha quiere: lo dejan en paz.

Perelman se inició en el campo de las matemáticas muy temprano, siendo un niño, como se acostumbraba en la época soviética. Su madre, Lubov, era una talentosa matemática a la que su maestro incluso llegó a ofrecer un puesto en el Instituto Herzen, donde él mismo enseñaba. Esto era un honor, ya que su nombramiento iba a ser difícil por dos razones: primero, porque era mujer -es decir, potencialmente madre, con lo que su consagración a la ciencia resultaba incierta-, y segundo, porque era judía.

Pero Lubov desechó entonces el ofrecimiento por la sencilla razón de que se acababa de casar y quería crear una familia. Pasó más de una década antes de que Lubov volviera a ver a su maestro. Se toparon en la calle y ella le contó que tenía un hijo, Grisha, que mostraba dotes para las matemáticas, como lo probaba su reciente participación exitosa en un concurso del barrio donde vivían, en los suburbios de Leningrado, hoy San Petersburgo. Y le preguntó qué podía hacer para desarrollar ese talento.

Garold Natanson, que así se llamaba el maestro de Lubov, llamó entonces a Serguéi Rukshín, según cuenta él mismo a EL PAÍS, entonces un joven matemático con un don especial para preparar a niños. El resultado de esa conversación fue que Grisha ingresó en 1976 -recién cumplidos los 10 años- en el círculo de matemáticas que funcionaba en el Palacio de Pioneros de Leningrado.

Estos centros de élite, repartidos por la URSS, eran como grandes clubes donde funcionaban numerosos círculos para niños: de matemáticas, de ajedrez, de deportes, de música... Grisha, de hecho, llegó al Palacio de Pioneros de Leningrado sabiendo ya tocar el violín, instrumento que también había estudiado su madre, que era profesora de matemáticas en una escuela.

Como recuerda Rukshín, que en esa época tenía solo 19 años, Grisha acababa de cumplir los 10 años y no era el benjamín del círculo, ni tampoco el más brillante ni el mejor en las competiciones. Y no lo fue hasta varios años después. Era bueno, talentoso, y a diferencia de la mayoría de sus compañeros, se mostraba tranquilo, callado.

Incluso para solucionar los problemas era introvertido; prácticamente no escribía nada previo, no hacía cálculos en el papel, todo lo analizaba mentalmente hasta que obtenía la solución, que pasaba entonces a la hoja que tenía delante.

Había signos que indicaban que la solución estaba próxima: podía tirar una pelota de pimpón contra la pizarra, caminar de allá para acá, marcar un ritmo con un lapicero en el pupitre, restregaba sus muslos -los pantalones que usaba llevaban la marca de esa costumbre- y luego se frotaba las manos, además de emitir ruidos parecidos a quejas o zumbidos, que eran, en realidad, tarareos de alguna pieza musical, como Introducción y rondó caprichoso de Camille Saint-Saëns.

Al principio, Grisha no era el mejor. Pronto llegó a serlo y se convirtió en el alumno preferido de Rukshín. Éste siempre ha defendido que los niños deben concentrarse en aquello que mejor les resulta. Esta posición, dice sonriendo, ha resultado beneficiosa tanto para el ajedrez ruso como para el español. Así, aconsejó a Alexandr Jalifman, el futuro campeón mundial de ajedrez, que se consagrara al juego-ciencia y no a las matemáticas; lo mismo hizo con Valeri Sálov -el gran maestro ruso que en 1992 se mudó a España-, a quien prácticamente expulsó de su círculo matemático.

Probablemente esta concepción de Rukshín hizo que Grisha abandonara sus clases de violín para entregarse por completo a las matemáticas. Su maestro insiste en que no le obligó a dejar la música; al contrario, lo introdujo en la música vocal, a la que Perelman no estaba acostumbrado.

El que dejara de tocar el violín no significa que Grisha renunciara a la música. La verdad es que incluso hoy es una de sus pocas aficiones; le gusta la ópera, y hasta hace poco solía comprar las entradas más baratas en el gallinero del Teatro Mariínski (ex Kírov). También se le puede ver a veces en los conciertos de jóvenes cantores.

Rukshín no solo fue el descubridor de Perelman, sino su primer maestro, el que lo formó y fue su primer tutor científico. Entre ambos se creó una relación especial. Al acercamiento con Grisha contribuyó probablemente el que después de las clases en el Palacio de Pioneros, dos veces por semana, hacían juntos el trayecto en el metro hasta la última estación, Kúpchino, el barrio de Perelman. Rukshín tenía que tomar allí un tren de cercanías hasta su casa, que en ese tiempo estaba en la ciudad de Pushkin.

A los 14 años, Rukshín comenzó a darle clases intensivas de inglés, para que Grisha pudiera entrar en el colegio especializado en física y matemáticas, la famosa Escuela Número 239 de Leningrado. El inglés era el idioma extranjero que estudiaban allí, mientras que en su escuela Grisha había aprendido francés. Al final de las vacaciones, Rukshín había logrado lo imposible: que Grisha estuviera al nivel requerido, o sea, había hecho en menos de tres meses lo que los otros niños habían conseguido en cuatro años.

Grisha ingresó junto con sus compañeros del club en la famosa escuela. Se trataba de la primera vez que, en lugar de dispersar a los miembros del círculo de Rukshín en diferentes clases, los pusieron a todos en una. Así comenzaba otro experimento ideado por Rukshín -no separar a los niños superdotados-, aunque entonces ellos formaran solo la mitad del curso; hoy ya hay clases que funcionan exclusivamente con chicos especialmente talentosos para la ciencia.

El elegido como profesor jefe en la clase de estos superdotados fue Valeri Rízhik, un pedagogo innato, según asegura Masha Gessen en su libro Perfect rigor: A genius and The mathematical breakthrough of the century, dedicado a Perelman.

La idea de Rukshín de no separar a los pequeños genios generó polémica, pero finalmente se impuso; el mismo Rukshín seguiría preparándolos en el club particularmente para las olimpiadas de matemáticas. Rízhik recuerda que Perelman se sentaba al fondo de la clase, nunca hablaba, salvo cuando veía un error en las demostraciones que los niños hacían en la pizarra; entonces levantaba apenas la mano y corregía. Era un chico que se tomaba las reglas al pie de la letra, y por eso nunca se distraía.

Rízhik solía llevar los domingos a los niños de su clase a caminar por el campo o por el bosque, y en las vacaciones, a largas excursiones a otras regiones de Rusia. Grisha nunca fue a ninguna, ni asistió a los Martes Literarios que organizaba su profesor. La opinión de Gessen de que Rízhik desempeñó un importante papel como pedagogo no es compartida por Rukshín, que otorga más méritos a Nikolái Kuksa, ex oficial de submarino que protegió a Grisha durante sus estudios en la Escuela Número 239.

A pesar de sus excentricidades y de su dificultad para comunicarse con otros, Perelman siguió su carrera matemática con relativa normalidad, sobre todo gracias a las personas que, viendo su talento, lo protegieron y consiguieron que fuera admitido en la discriminatoria Facultad de Matemáticas de la Universidad de Leningrado, que solo aceptaba a dos judíos al año. La táctica seguida para ello fue conseguir que Perelman formara parte del equipo olímpico ruso de matemáticas, ya que sus miembros ingresaban automáticamente en la Universidad que eligieran. Grisha no solo lo consiguió, sino que logró un extraordinario resultado en las Olimpiadas de Budapest: 42 problemas resueltos de un total de 42.

Perelman vivía en su propio mundo, ignorando la realidad del mundo exterior, que creía que era justo y que funcionaba como debía, siguiendo reglas claras. Nunca se interesó por la política, tampoco por las chicas, ni se enteró de que la sociedad soviética era antisemita. Su madre, sus profesores y entrenadores se preocuparon de protegerle de esa realidad exterior, de solucionar sus problemas y de garantizar que pudiera dedicarse exclusivamente al mundo de las matemáticas. Fue gracias a ellos -Rukshín, Kuksa, Rízhik, Alexandr Abrámov en el colegio y las competiciones; Víktor Zalgaller, Alexandr Alexándrov y Yuri Burago después- como Perelman pudo terminar la facultad, obtener su doctorado, ganar becas en el extranjero, dar charlas y enseñar.

A los 29 años, estando en EE UU, la Universidad de Princeton mostró interés por contratarlo como profesor asistente, pero él se negó a presentar un currículo; dijo que si lo querían, que le dieran un puesto de profesor titular. No lo hicieron y lo lamentarían.

Perelman fue a Princeton a principios de 1995 a dar una conferencia sobre su prueba de la Conjetura del alma (Soul conjecture) y para entonces se había convertido ya en el mejor geómetra del mundo. ¿Por qué esas exigencias, para qué querían un currículo suyo si habían asistido a sus conferencias? Encontraba absurdo que le pidieran datos sobre su persona. Tampoco aceptó una propuesta para ser profesor titular en Tel Aviv.

De vuelta a San Petersburgo ese mismo año, terminado su Miller Fellowship en Berkeley, Perelman regresó a casa con su madre y al laboratorio de Burago.

Grisha parece haber desarrollado una especie de alergia a los premios a mediados de los noventa. En 1996, la Sociedad Matemática Europea celebró su segundo congreso cuatrienal en Budapest, en el que instituyó premios para matemáticos menores de 32 años. Burago, Anatoli Vérshik, entonces presidente de la Sociedad Matemática de San Petersburgo, y Mijaíl Grómov, el introductor de Perelman en Occidente, presentaron a Grisha, cuya candidatura salió victoriosa. Pero éste, al enterarse, dijo que no quería el premio y que no lo aceptaría; incluso amenazó con montar un escándalo si anunciaban que él era el ganador.

Extraña actitud en una persona que había sido entrenada para ganar olimpiadas, y por tanto, premios. Nunca en su época de competidor había dado indicios de oponerse a los galardones. Más aún, sus fracasos -dos seguidos- fueron los que, según Rukshín, hicieron que Perelman se pusiera las pilas y trabajara duro para triunfar y convertirse en un auténtico científico.

Además, ya como matemático puro y duro, recibió a principios de los años noventa un premio que le otorgó la Sociedad de Matemáticas, que aceptó gustoso.

Todo apunta a que empezó a irritarle la idea de que otra persona pudiera juzgar su trabajo, cuando él se consideraba ya el mejor del mundo. Además vivía bajo una enorme autoexigencia, que le llevaba a considerar que no era merecedor del premio en cuestión, entre otros motivos, porque no había completado su trabajo todavía.

Esta conciencia de su superioridad unida a su rigidez moral -modelada en torno a la figura ideal de Alexándrov, con la exigencia de decir siempre la verdad y solo la verdad- es lo que, según quienes le conocieron, le lleva a rechazar ese premio y otros posteriores.

Paralelamente comienza a autoaislarse de la comunidad científica, aunque participa en actividades matemáticas con niños. Pero en 1996 deja de contestar a los correos electrónicos de sus colegas norteamericanos y prescinde de discutir sus proyectos. A partir de ese momento, nadie sabía en qué estaba trabajando Perelman, aunque seguramente fue cuando comenzó su asalto a la conjetura de Poincaré.

Que Grisha no había desaparecido del todo quedó claro cuatro años más tarde, cuando el matemático norteamericano Mike Anderson recibió un correo electrónico en el que el genio ruso le planteaba algunas dudas sobre un trabajo que este acababa de publicar.

Dos años y medio después se confirmó que Grisha no era de esos talentos prometedores que de pronto se paran y quedan empantanados. El 2 de noviembre de 2002, Anderson recibió, al mismo tiempo que un puñado de matemáticos, otro correo de Perelman en el que informaba de que había colgado un nuevo trabajo en Internet.

De hecho, se trataba de la demostración de la conjetura de Geometrización y de la de Poincaré, aunque él no lo especificaba. Anderson leyó el trabajo, comprendió su importancia e invitó a Perelman a EE UU, cosa que, para su sorpresa, éste aceptó. Al mismo tiempo, envió correos a otros matemáticos llamándoles la atención sobre lo que Grisha había publicado en la Red.

Un año más tarde, el 10 de marzo de 2003, Perelman colgó una segunda parte de su trabajo, mientras hacía los trámites para el visado que le permitiera viajar de nuevo a EE UU. En Norteamérica, Perelman dio magníficas conferencias y comentó a un colega que creía que pasaría un año y medio o dos antes de que se comprendiera la demostración expuesta en su trabajo.

Al mismo tiempo, comenzaron los problemas. The New York Times publicó dos artículos en los que escribía que Perelman había asegurado que había probado la conjetura de Poincaré e insinuaban que lo había hecho para ganar el millón de dólares de recompensa anunciado por el Instituto Clay. Para Grisha, esto, además de ser completamente falso, era un insulto. La verdad es que había empezado a trabajar en Poincaré mucho antes de que el Clay seleccionara los siete problemas del milenio y nunca había tenido especial interés por el dinero.

Perelman rechazó las numerosas ofertas que le hicieron para quedarse en EE UU y regresó a San Petersburgo en abril de 2004. El 17 de julio colgó la tercera y última parte de su trabajo. Si la primera era de 30 páginas y la segunda de 22, esta tenía apenas siete.

Paradójicamente, el hecho de que Grisha colgara su prueba en Internet y se negara a publicarla en una revista especializada -como era la costumbre y una de las condiciones del Clay para dar el millón de dólares- impulsó una amplia discusión sobre su trabajo, abierta y pública, que se desarrolló en seminarios y conferencias especiales.

Algunos matemáticos acometieron la tarea de explicar los trabajos de Perelman y su demostración de las conjeturas de Poincaré y Geometrización, pero también hubo otros que trataron de robarle los laureles y se autoproclamaron como los verdaderos artífices de la solución. Al final tuvieron que dar marcha atrás y reconocer el mérito a Grisha, pero todo esto, así como la demora del Instituto Clay en reconocer la prueba, unida a la indiferencia de sus colegas rusos -que no salieron en su defensa cuando trataron de robarle su logro- debieron abrir una herida profunda en Grisha.

La desilusión en el mundo de los matemáticos, que él creía perfecto y puro, fue creciendo a su regreso de EE UU, al tiempo que aumentó su autoaislamiento. Hasta que en diciembre de 2005 renunció al puesto en el Instituto Steklov, donde trabajaba. Cuando lo hizo, anunció que abandonaba las matemáticas.

Al año siguiente, Perelman recibió un correo electrónico del comité encargado del programa del congreso mundial en el que deberían entregarle la Medalla Fields, invitándole a dar una conferencia con motivo de esta entrega. Pero ni siquiera respondió. Y cuando el director del Steklov habló con Grisha, este le dijo que no había contestado porque los nombres de los miembros del comité eran secretos y él no participaba en conspiraciones.

Si puede haber cierta lógica en el rechazo al premio de la Sociedad Europea -no consideraba completado su trabajo- y en el de la Medalla Fields, que es un estímulo a los ma-, es más difícil comprender su renuncia al millón de dólares del Instituto Clay, que se entrega por solucionar un problema determinado.

Rukshín sostiene que el rechazo al dinero se debió principalmente a la profunda desilusión que sufrió al ver la injusticia de la comunidad matemática y lo que él consideraba deshonestidad, como se lo explicó a John Ball, presidente de la Unión Internacional de Matemáticas, cuando renunció a la Medalla Fields.

Lo que lo desconcertó, lo perturbó, según su maestro, no fue que el mundo fuera imperfecto, sino que el mundo de los matemáticos lo fuera también. Precisamente el mundo que se ocupa de la ciencia más exacta, donde algo o es verdad o es mentira, y donde no hay posición intermedia entre uno y otro extremo, entre correcto o incorrecto. Grisha, según sus allegados, creía que en este universo había un espacio perfecto, el altar de la matemática; él se consagró precisamente a ello y se inventó un paraíso. Y eso también falló. En esto consiste la catástrofe, y aquí, afirma Rukshín, está también la diferencia con Bobby Fischer, que no podía comunicarse con el mundo. Perelman puede: todos sus vecinos atestiguan que se comporta normalmente con ellos, que es sociable y gentil.

Rukshín explica así los sentimientos que llevaron a Grisha a renunciar al millón: "Para comprender a Perelman, imagínese que el teorema es como su hijo, que en la infancia pasó por una enfermedad grave, durante la cual no sabía si sobreviviría o no. Mientras no has demostrado el teorema, mientras continúa siendo una conjetura, es como tu hijo enfermo. Y Grisha estuvo junto a la cabecera de ese hijo nueve o 10 años, luchando por su vida y cuidándolo día y noche. Por fin, el niño sanó, creció, es fuerte y hermoso; pero te lo quieren robar y te lo secuestran. Para Grisha fue como un secuestro cuando trataron de apropiarse del resultado de su trabajo. No pudo aceptar que un teorema pudiera ser comprado, vendido o robado".

UN TALENTO MATEMÁTICO
» Grigori Perelman nace el 13 de junio de 1966 en Leningrado (actual San Petersburgo).

» A los 14 años ingresa en la Escuela 239 de Leningrado para jóvenes talentos.

» En 1982 obtiene la medalla de oro en las olimpiadas de matemáticas como miembro del equipo de la URSS.

» En 1996 rechaza el premio de la Sociedad Matemática Europea para jóvenes matemáticos.

» En 2002 resuelve la conjetura de Poincaré.

» En 2005 renuncia a su puesto en el Instituto Steklov.

» En agosto de 2006 rechaza la medalla Fields, considerada el Nobel de las Matemáticas.

» En marzo de 2010 no acepta el premio de un millón de dólares que le concede el instituto Clay de Matemáticas.

Preámbulo y comandos en Latex

Obtenido vilmente con copy paste de

http://www.cidse.itcr.ac.cr/revistamate/HERRAmInternet/Latex/wmlatexrevista/node4.html

Preámbulo y cuerpo


Un documento básico en LATEX se compone de dos partes: el preámbulo del documento y el cuerpo del mismo.

Al inicio del documento se debe especificar la clase de documento y lo relativo al ajuste de las páginas, este es el preámbulo, nada de lo que pongamos en el preámbulo aparecerá en el documento que se imprime al final.

En el cuerpo se escribe el texto (normal y matemático)del documento en sí, es decir, el cuerpo es la parte que aparecerá impresa como producto final.
Plantilla básica

\documentclass{article}
\textheight=21cm
\textwidth=17cm
\topmargin=-1cm
\oddsidemargin=0cm
\parindent=0mm
\usepackage{amsmath,amssymb,amsfonts,latexsym,cancel} %Soporte para símbolos y font matemáticos
\usepackage[dvips]{graphicx} %Soporte para gráficos.
\DeclareGraphicsExtensions{.pdf,.png,.jpg}
\DeclareGraphicsRule{.wmf}{bmp}{}{}

\begin{document}
... texto + texto en modo matemático + comandos ...
\end{document}


\documentclass{article}: Es la clase de documento, article se refiere al archivo article.cls y se utiliza para hacer artículos. En vez de 'article' se puede utilizar 'report' o 'book' para un reporte o un libro.


\textheight=21cm: Establece el largo del texto en cada página. El default es 19 cm.


\textwidth=17cm: Establece el ancho del texto en cada página (en este caso, de 17 cm). El default es 14 cm.


\topmargin=-1cm: Establece el margen superior. El default es de 3 cm, en este caso la instrucción sube el margen 1 cm hacia arriba.


\oddsidemargin=0cm: Establece el margen izquierdo de la hoja. El default es de 4.5 cm; sin embargo, con sólo poner esta instrucción el margen queda en 2.5 cm. Si el parámetro es positivo se aumenta este margen y si es negativo disminuye.


Los \input ... permiten importar macros o trozos de texto que estén en el directorio actual. Algunos de estos \input... no necesariamente deben estar en el preámbulo.
Otros comandos para el preámbulo


\renewcommand{\baselinestretch}{1.5} genera un texto a espacio y medio. Si se pone 2, lo hace a doble espacio.


\pagestyle{empty} elimina la numeración de las páginas.


\parskip=Xmm genera un espacio de X mm entre los párrafos.


\parindent=0mm elimina la sangría.


\pagestyle{myheadings} coloca la numeración de página en la parte superior.
Cuerpo del documento

El cuerpo del documento es el que se pone entre los delimitadores \begin{document} y \end{document}.

En esta parte se coloca el texto del documento junto con el texto matemático.
Otros ajustes


\markright{'texto'} coloca 'texto' en la parte superior de la página. Se pueden poner varios \markright en el texto (en cada sección).

En este texto se usa \markright{texto \hrulefill W. Mora, A. Borbón $\; \;$}


\newpage le indica a LATEX que siga imprimiendo en la página siguiente.
Idioma

El idioma oficial que utiliza LATEX es el inglés, sin embargo, utilizando algunas instrucciones se puede lograr que soporte otros idiomas, en particular, veremos cómo hacer para que soporte el español.

Por ejemplo, LATEX normalmente no acepta tildes, ni la letra 'ñ', tampoco el signo de pregunta '¿', el de admiración '¡' ni la apertura o el cierre de comillas.  


Sin embargo, si en el preámbulo se coloca la instrucción

\usepackage[latin1]{inputenc} % Caracteres con acentos.

se tendrá un soporte completo para el español, ahora sólo las comillas se tendrán que seguir poniendo mediante la instrucción dada en la tabla.

Otro problema que tiene LATEX con el idioma es que los títulos de las secciones están en inglés. Por lo tanto, en un libro no saldría Capítulo 1 sino Chapter 1.

Existen dos formas sencillas de solucionar este problema. La forma más simple y recomendada es poner en el preámbulo del documento la instrucción

\usepackage[spanish]{babel} % Caracteres con acentos.

que carga la opción en español de la librería babel; esta librería también tiene soporte para otros idiomas como alemán, francés, italiano, etc.

La segunda opción es cambiar cada uno de los títulos con las siguientes instrucciones:

\renewcommand{\contentsname}{Contenido}
\renewcommand{\partname}{Parte}
\renewcommand{\indexname}{Lista Alfabética}
\renewcommand{\appendixname}{Apéndice}
\renewcommand{\figurename}{Figura}
\renewcommand{\listfigurename}{Lista de Figuras}
\renewcommand{\tablename}{Tabla}
\renewcommand{\listtablename}{Lista de Tablas}
\renewcommand{\abstractname}{Resumen}
\renewcommand{\chaptername}{Capítulo}
\renewcommand{\refname}{Bibliografía}

Nota: Si el tipo de documento es un libro se debe poner \renewcommand{\bibname}{Bibliografía} para la bibliografía.

Esto también funciona si queremos cambiar algún título en español de los que pone la librería babel.
División de palabras

Con la inclusión del paquete \usepackage[latin1]{inputenc} en el preámbulo se logra que LATEX divida correctamente la mayoría de palabras en español, sin embargo, hay algunos casos en donde no será así; si al componer el texto observamos que hay una palabra que se ha dividido mal, vamos a esa palabra en el archivo *.tex, y le indicamos exáctamente donde la puede dividir. Por ejemplo:

de\-ci\-sión.

Este sistema tiene el inconveniente de que LATEX sólo divide bien la palabra en ese punto del documento y si dicha palabra aparece otra vez habrá que volver a decirle como se divide, y tiene la ventaja de que funciona con palabras que tienen acento.

viernes, 13 de agosto de 2010

Instalar flash en ubuntu 64 bits

http://news.softpedia.com/news/How-to-Install-Adobe-Flash-Player-64-bit-on-Ubuntu-8-10-98076.shtml

domingo, 18 de julio de 2010

Argentinazos:

En el puesto de periódicos preguntando por una comida económica:

    -(Despachador):Si mira, caminá de frente hasta llegar al kiosko de la esquina, ahí das vuelta y, en frente de la gomería, está la casa de comida en donde te pueden servir un pancho con refresco por 14 pesos.
    -(Yo): ¿...?



En el kiosko de la esquina:



    -(Yo): ¿Tiene cerillos?
    -(Despachador): ¡Claro! ¿De cuáles quieres? (Y me enseña, haciendo un
    amplio movimiento con los brazos, la variedad de cajetillas de cigarro
    que tiene a sus espaldas)

    -(Yo): ...
    -(D): ...
    -(Y): ¿...?
    -(D): ... ¡Ah! ¡Fósforos! (Mira al cielo dibujando la amplia sonrisa
    comprensiva que argentina le da a un extranjero) Agarrálos de ese estante.

    -(Y): (¿¡Estante?! ¿por qué no están los cerillos cerca de donde tiene
    los cigarros?, abajo del mostrador, por ejemplo...)


En el estante dos marcas de "Fósforos", ambas marcas venden cerillos cuya caja es del tamaño de dos cajetillas de cigarros.


    -(Y):(¡Ah! ¡En el estante!) 222 fósforos de madera. Cajetilla con 20 cigarros...Rápida cuenta: Necesito fumar 10 cajetillas de cigarros y me sobran dos de emergencia cuando el aire sople.






    -Disculpe señorita, ¿puede decirme a dónde puedo ir a lavar mi ropa?
    -Si, mirá, en la calle a la derecha está un lavadero.
    -(¿Lavadero en la calle?...¡bueno! Ni modo, a comprar el jabón en el camino...yo creo que un Zote argentino servirá) Gracias, muy amable.


viernes, 18 de junio de 2010

Para instalar paquetes en latex linux

Coloco el paquete (.sty) en un directorio de /usr/share/texmf-texlive/tex/latex (yo lo meto en un directorio con el mismo nombre del paquete, pero no creo que sea necesario), luego me voy a la consola y allí hago texconfig, después del mensaje presiono enter para continuar y en la tabla de opciones que aparece selecciono REHASH, presiono enter nuevamente y luego EXIT.